Quando penso alla mia esperienza di Dio, i primi ricordi che conservo sono quelli della tradizionale Eucaristia domenicale insieme ai miei genitori e fratelli. Terminata la Messa, mio padre ci prendeva per mano e ci portava davanti all’immagine della Madre di Dio (così chiamiamo Maria in Polonia, anziché di «Vergine»), Madonna Nera, Madre di Dio di Częstochowa, Regina di Polonia, con il volto serio e due ferite sulla guancia. Ricordo che da bambina non sapevo perché ci inginocchiassimo davanti a questa immagine cupa e maestosa, ma sembrava che questo gesto non la infastidisse: lei lo sa perché sempre ci guarda e ci indica suo Figlio. Sono Sr. Alicja Grzywocz, Terziaria Cappuccina polacca, e ho il piacere di condividere con voi alcune “pennellate” su Maria, Regina di Polonia.
Sebbene da Roma a Gniezno – la prima capitale della Polonia – ci siano poco più di 1500 km, la fede cristiana ha impiegato quasi mille anni per raggiungere queste terre slave. Il nostro principe Mieszko I fu battezzato nel 966 e la prima chiesa che fece costruire fu dedicata all’Assunzione della Vergine Maria. Fino ad oggi la Cattedrale di Gniezno – che sotto le sue mura nasconde le rovine di quella prima chiesa – è chiamata «Madre delle chiese di Polonia» ed è una madre molto feconda dalla quale i suoi figli hanno ereditato una venerazione molto speciale per la Madre di Dio.
Il primo inno del nostro Paese era una preghiera cantata alla Vergine Maria. Con lei e con il nome di Maria sulle labbra, l’esercito polacco iniziava le sue battaglie che – tra l’altro, per la sua posizione geografica al centro dell’Europa – nel corso della nostra storia, sono state numerosissime. Fu nel XVII secolo – ed in un contesto bellico – quando il Re di Polonia incoronò la Madre di Dio, chiamandola Regina di Polonia. La cosa interessante è che, quasi 50 anni prima, la Vergine stessa chiese di essere chiamata così. La storia racconta che, a Napoli, un gesuita italiano pregando, vide Maria vestita da Regina e con il Bambino Gesù tra le braccia. Il gesuita volle salutare la Vergine con un titolo con il quale non era stata ancora venerata da nessuno e la Madonna prese l’iniziativa e disse: “Perché non mi chiamate Regina di Polonia? Amo questo Regno e farò grandi cose per esso, perché nei suoi figli arde un amore particolare per me”. I gesuiti – dopo aver studiato attentamente questa apparizione e aver ricevuto conferma della sua autenticità da parte della Chiesa – inviarono la notizia al nostro re che, ha a sua volta, ricevette anche il suddetto gesuita che, camminando da Roma giunse in Polonia, il Regno della Vergine Maria. Sulla torre della Chiesa dell’Assunta, nella piazza principale di Cracovia (all’epoca capitale della Polonia), si depose una ghirlanda come segno di accoglienza di questa richiesta della Vergine.
Il momento più famoso dell’incoronazione è avvenuto solo dopo l’invasione della Polonia da parte della Svezia e della Russia (nota come «alluvione svedese»). Un momento chiave di questa guerra fu la difesa miracolosa del monastero di Jasna Góra (La Chiara Montagna) a Częstochowa, dove veniva venerata l’icona della Madonna Nera. Le cronache raccontano che un gruppo molto limitato di soldati, dopo aver trascorso la notte in preghiera davanti all’icona della Madre di Dio, difese Jasna Góra combattendo contro un esercito molto più grande. Altre città, avutone notizia, ripresero la battaglia con uno spirito nuovo, ben sapendo che la Vergine era dalla loro parte. La vittoria di Jasna Góra e, alla fine, in tutta la Polonia, indusse il re Giovanni Casimiro a incoronare la Vergine come Regina di Polonia e a pronunciare i suoi voti a nome di tutto il suo regno. La celebrazione ebbe luogo a Leopoli (ora Ucraina, ma allora Polonia) nel 1656.
Non fu l’unica volta che Maria fu incoronata Regina di Polonia: questa celebrazione è stata ripetuta più di 50 volte, rinnovando ogni volta e in diversi momenti storici, l’impegno a nome di tutto il popolo polacco.
Pochi anni dopo che Polonia ebbe riconquistato l’indipendenza (1918) e la fine della seconda guerra mondiale, si celebrarono due giubilei molto significativi: nel 1956 il 300 ° anniversario dei voti di Giovanni Casimiro e l’incoronazione della Vergine come Regina di Polonia e nel 1966 i mille anni del battesimo della Polonia. Il cardinale Stefan Wyszynski (un caro amico di Giovanni Paolo II, la cui beatificazione sarà il prossimo giugno) indisse delle novene in preparazione a questi giubilei. Nel 1956 l’intera nazione rinnovò i suoi voti davanti all’immagine della Madre di Dio di Czestochowa e iniziò la preparazione al Giubileo del Millennio del Battesimo, di cui un’iniziativa fu il pellegrinaggio per le parrocchie della Polonia di una copia dell’immagine della Madonna Nera di Czestochowa…
Ho sentito molte persone parlare di quel pellegrinaggio e anche se, per la mia età non l’ho vissuto, posso capire l’importanza di quell’evento in Polonia. L’ambiente era molto sfavorevole, poiché il governo comunista stava facendo tutto il possibile per soffocare la fede in Polonia. Durante nove anni il pellegrinaggio dell’icona della Vergine avveniva cambiando parrocchia ogni 24 ore, la gente adornava le proprie case e le strade per l’arrivo della Madonna Nera e la folla pregava giorno e notte davanti all’immagine … I comunisti vedevano che tutti i loro sforzi per indebolire la fede erano vani, dal momento in cui il pellegrinaggio della Madre di Dio di Częstochowa stava risvegliando in tutti una fede molto speciale e alla fine decisero di sequestrare l’immagine della Madonna … Nel 1966, pochi giorni prima della celebrazione del Millennio del Battesimo della Polonia, con il pretesto di un controllo del veicolo in cui si trasportava l’icona, presero l’immagine e la portarono nella Cattedrale di Varsavia, impedendo il suo passaggio per le parrocchie che ancora dovevano accogliere la loro Regina. Dopo il Giubileo appesero l’immagine alla finestra della sacrestia, proteggendola con delle grate, e proibirono di continuare il pellegrinaggio; in varie occasioni la gente tentò di continuare il pellegrinaggio ma ancora una volta i comunisti presero l’immagine e la portarono a Częstochowa, dove rimase per otto anni “dietro le sbarre” e sotto sorveglianza militare. Ma in questi otto anni, sorprendentemente, il pellegrinaggio assunse ancora una volta, una maggior forza: ciò che si trasportava da una parrocchia all’altra era … una cornice vuota ma la gente continuava a abbellire le case e le strade dei propri paesi, le chiese si riempivano di gente e tutti pregavano davanti alla cornice vuota dell’immagine della loro Regina “imprigionata” e custodita. Il messaggio è molto chiaro: la fede rende liberi, non c’è nessun modo per imprigionarla e il popolo polacco riunito davanti alla cornice vuota dell’icona della Madonna Nera, faceva capire chi voleva servire e a chi voleva appartenesse il suo cuore…
Il monastero di Czestochowa è ancora oggi uno dei luoghi più importanti della Polonia. Ogni anno, circa 250.000 persone lasciano i propri paesi e città e camminano verso la Madonna Nera e per alcuni sono più di 600 km a piedi. Il primo pellegrinaggio compirà presto i 400 anni di tradizione. Per chi vive «in cammino», Czestochowa è un pellegrinaggio di ospitalità: durante i mesi di luglio e agosto la gente apre le porte delle proprie case per ospitare gratuitamente i pellegrini che vengono per presentare le loro intenzioni di preghiera e per chiedere la benedizione della Regina. Altre persone mettono davanti alle loro case tavoli con acqua, dolci, pane … per rifocillare i pellegrini.
Possiamo chiederci perché proprio la Vergine di Częstochowa e non un’altra immagine di tante altre rappresentazioni miracolose di Maria che si trovano in Polonia? Forse, perché la gente, molte volte ferita dalle guerre e da tanti altri mali, vede nel volto della Madonna Nera, triste e solcato da cicatrici, una Regina molto capace di comprendere e condividere la sofferenza … Forse, perché guardando questa icona si ricorda della battaglia vittoriosa nonostante la grandezza del nemico e riacquista speranza nelle proprie battaglie quotidiane. O forse, perché, la Madre di Dio con Gesù Bambino in braccio, ispira una preghiera semplicissima e fiduciosa: “Madonna, Madonna Nera, quanto è bello essere tuo figlio; lasciami, Madonna Nera, nascondermi tra le tue braccia ”, come dice un canto.
Ogni giorno alle 21:00 davanti all’icona della Regina di Polonia a Częstochowa, ma anche in migliaia di famiglie che si uniscono spiritualmente a Jasna Góra dalle loro case, si prega «Apel Jasnogórski» – «L’invocazione della Chiara Montagna «. È una preghiera per “rendere conto” alla Regina della giornata vissuta e chiederle la benedizione per la notte e per il giorno dopo e di solito finisce con una preghiera cantata: «Maria, Regina di Polonia, io sono con te, ricordo, veglio«. L’ultima volta che ho avuto modo di vivere questo momento a Czestochowa, dopo aver percorso 100 km a piedi, distanza che intercorre tra Jasna Góra e la mia parrocchia di nascita, ho capito che forse, più che dirlo noi come popolo polacco, «Io sono con te, io ricordo, io veglio«, è la nostra Regina che ce lo dice. La sua presenza in Polonia si respira ad ogni angolo; in nessun momento lei ha dimenticato questo popolo di cui lei stessa ha scelto di essere la sua regina e, come ogni madre, giorno e notte, è in permanente veglia, attenta ai suoi figli e alle sue figlie.
Ovunque tu sia, sicuramente prima o poi t’incontrerai con un’ immagine della Madonna Nera, Regina di Polonia, dal momento che il suo popolo l’ha sempre portata con sé… Pregala come noi: “Madonna, Madonna Nera, quanto è bello essere tuo figlio; lasciami, Madonna Nera, nascondermi tra le tue braccia ”. E magari sentirai la sua risposta nel tuo cuore: «Io sono con te, ricordo, vigilo«.
Sr. ALICJA GRZYWOCZ, TC